Menù Principale

Torre Saracena

🇮🇹 Sull’origine del complesso fortificato di Piano Croce non si hanno informazioni storiche precise, tuttavia esistono testimonianze della sua esistenza già in epoca bizantina (sec. VI-VII).
Il complesso fu soggetto a diverse dominazioni: in primo luogo quella araba, le cui tracce sono ancora oggi facilmente riconoscibili nel nome della contrada adiacente al castello, Calabrò, da qal’at Ibrahim, cioè castello di Ibrahim. Restano anche testimonianze della dominazione normanna: infatti si sa con certezza che nel 1100 il feudo venne affidato dal conte Ruggero al vescovo di Patti.

Successivamente, nel 1414, la famiglia Caldarera ottenne il possedimento e l’annessa torre.
Nel 1450 il complesso di Piano Croce venne raso al suolo dal terremoto e successivamente ricostruito da un esponente delle famiglie Angotta-Amato, avendo cura di mantenere le caratteristiche strutturali risalenti al 1200-1300.

I Caldarera acquisirono nuovamente la proprietà e la fortificarono intorno al 1700.

Il complesso, caratterizzato da un’architettura di ispirazione barocca, ricco di ornamenti floreali e mascheroni, comprende: la torre, le mura di cinta, un palazzo baronale e la piccola chiesa di San Papino. La torre o mastio presenta pianta quadrata e si sviluppa su tre elevazioni fuori terra.

Nel piano terra, che fungeva principalmente da deposito agricolo, si apre una botola che conduce a un passaggio sotterraneo utilizzato come collegamento al palazzo baronale e come via di fuga. Mediante una scala in pietra arenaria si accede al primo piano e da questo, attraverso una scala in legno, si arriva al secondo piano in cui, presumibilmente, vi erano gli alloggi per le guardie. La copertura è cinta da merlature per la difesa; al di sotto di queste si notano feritoie e caditoie utilizzate per il getto di frecce e olio bollente. Sul balcone del primo piano spicca lo stemma quadripartito delle famiglie Angotta, Amato e Caldarera.

Il palazzo, probabilmente mai ultimato, presenta come caratteristica principale una scalea a doppia voluta da cui si accede al portone principale.

Accanto al mastio si trova la piccola cappella di San Papino, in cui è seppellito il sacerdote don Giuseppe Caldarera, morto nel 1877.

Oggi la torre è di proprietà del comune di Sant’Angelo di Brolo.

FONTI:

Nicola FazioTerra di S.Angelo (ed. Pungitopo)

Achille CaldareraS.Angelo (Cenno Storico)

Daniele TranchidaSotto il Mantello dell’Abbazia

Basilio SegretoArchivio Storico Santangiolese

🇬🇧 About the origin of the Piano Croce’s fortified complex there are not accurate historical information, however there are evidences of its existence already in the Byzantine era. The complex was subject to various dominations: firstly the Arab one, traces of which are still today easily recognisable in the contrada’s name adjacent to the castle, Calabrò, from qal’at Ibrahim, that is Ibrahim’s castle. Remain also traces of norman domination: it is certain that in 1100 the feud was given by Count Ruggero to the bishop of Patti.

Subsequently, in 1414, the Caldarera’s family secured possession of the property and the annexed tower.

In 1450 the Piano Croce’s complex was razed by the earthquake and than it was rebuilt by Angotta-Amato family, making sure to maintain the structural features dated to 1200-1300.

The Caldareras acquired again ownership and fortified it around 1700.

The complex, characterized by an architecture of Baroque inspiration, rich in floral adornments and mascarons, consists of: a tower, surrounding walls, a baronial palace and the small Church of San Papino. The tower or donjon has a square layout and it spreads over three floors up to the ground. In the ground floor, mainly served as farm store, there is a trapdoor, which leads to an underground passage used as link to a baronial palace and as getaway. You can access the first floor through a sandstone staircase and from there, through a wooden staircase, you can arrive to the second floor where there were probably the guards’ lodgings. The tower is protected by crenellations: below those, you can notice slits and storm drains used to throw darts and boiling oil. The quadripartite crest of the families Angotta, Amato and Caldarera stands out on the first floor balcony.

The palace, probably never completed, has as main characteristic a double-vault staircase through which you can access the main entrance. Near the the tower there is the small Chapel of S. Papino, where was buried the priest Giuseppe Caldarera, dead in 1877.

Nowadays, the tower belongs to the municipality of Sant’Angelo di Brolo.

Traduzione a cura di Maria Diletta Fazio, Francesca Cortolillo e Alessia Bertolone