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Chiesa di San Filippo

🇮🇹 La chiesa di San Filippo e Giacomo fu ricostruita intorno alla metà del 1600 su iniziativa di don Filippo Amato Angotta, principe di Galati e duca di Asti, originario di Sant’Angelo di Brolo.

Di stile seicentesco, con una facciata baroccheggiante ricca di figure, animali e cornicioni, presenta una struttura a tre navate separate da colonne monolitiche con capitelli di stile ionico, corinzio e rinascimentale. Il campanile a pianta quadrata e privo di cupola è di epoca precedente a quella della riedificazione.

L’abside della navata centrale contiene quattro dipinti della metà del XVII secolo raffiguranti la Visitazione, la Sacra Famiglia, la Trinità e l’Adorazione dei magi. Sull’altare maggiore troneggia un gruppo ligneo dorato con la Madonna che appare a S. Simone, opera di uno scultore siciliano.

Nell’abside della navata sinistra è racchiuso l’altare del sacramento e un dipinto su tavole, di epoca seicentesca, raffigurante la Pentecoste.

L’abside della navata destra presenta un simulacro processionale della Madonna del Carmelo, risalente al 1700, un quadro del Martirio di S. Sebastiano e un Ecce Homo in alabastro, proveniente dal monastero basiliano.

Nelle pareti del transetto sono raffigurati i S. Filippo e Giacomo a destra, e il Martirio di S. Stefano a sinistra, databile al XVI secolo.

Nella cappella della navata destra sono presenti: un gruppo marmoreo, di scuola gaginiana, che raffigura l’Annunciazione; le statue in legno di S. Papino e di S. Rosa, del XVII secolo; due sontuosi monumenti funebri della famiglia Amato, contenenti, il primo, le spoglie di Tommaso, Bernardo e Geronimo (1593) e il secondo quelle di Gregorio (1612). Tra le tante opere di grande fattura artistica presenti all’interno della chiesa vi sono: un dipinto di Joseph La Greca del 1689 raffigurante la Lapidazione di S. Stefano; una statua in legno del Crocifisso; un dipinto dell’Adorazione dei pastori, opera di un pittore palermitano di epoca cinquecentesca; una coppia di consoles barocche in legno scolpito e dorato.

FONTI:

Nicola FazioTerra di S.Angelo (ed. Pungitopo)

Achille CaldareraS.Angelo (Cenno Storico)

Daniele TranchidaSotto il Mantello dell’Abbazia

Basilio SegretoArchivio Storico Santangiolese

🇬🇧 The church was rebuilt around the mid-1600s on the initiative of Sir Filippo Amato Angotta, Prince of Galati and Duke of Asti, who was from Sant’Angelo di Brolo.

The 17th-century church, with a baroque façade rich in figures, animals and cornices, features a three-nave structure divided by monolithic columns with capitals of Ionic, Corinthian and Renaissance style. Its square bell tower with no dome dates back before its reconstruction.

The apse of the main nave hosts four paintings of the mid-17th century depicting the Visitation, the Holy Family, the Trinity and the Adoration of the Magi. On the main altar dominates instead a group of gilded wood, realized by a Sicilian sculptor, in which Mother Mary appears to St. Simon

In the apse of the left nave is the Holy Host altar and a 17th-century panel painting portraying Pentecost.
The apse of the right-hand isle presents a processional simulacrum of the Our Lady of Carmel, dating back to 1700, a painting of the Martyrdom of St. Sebastian and an Ecce Homo in alabaster coming from the Basilian monastery.
On the walls of the transept respectively on the right and left are represented St. Philip and St. James and the Martyrdom of St. Stephen, dating back to the 16th century.

In the right-nave chapel you can further admire a marble group of the Annunciation of Gagini’s School, wooden statues of St. Papino e St. Rosa of 17th century, two magnificent funerary monuments of the Amato’s family, the first of which containing Thomas, Bernard and Jerome’s remains (1593) and the second Gregory’s (1612).

Among the many works of great artistic importance held inside the church there is a painting of Joseph La Greca of the 1689, representing the Stoning of St. Stephen, a wooden statue of the Crucifix, a painting from the sixteenth century of the Adoration of the Shepherds, realized by a painter from Palermo and finally a set of baroque console tables in carved and gilded wood.

Traduzione a cura di Maria Diletta Fazio, Francesca Cortolillo e Alessia Bertolone